“Spero di non dire una cavolata”. Esordisce così il ministro Giannini prima di dire un’enorme stronzata (link del video). La cosa grave è che si è preoccupata di non sbagliare il prezzo di un utilitaria, invece di preoccuparsi di paragonare l’acquisto di un bene accessorio ad un percorso d’istruzione universitario. E non si fa scrupoli pure nell’affermare che questo è economico, in quanto meno costoso di una 4×4.
Serve forse un contabile per far capire l’assurdità dell’affermazione? Assolutamente no.
Infatti si tratta di un percorso appunto, qualcosa che va al di là di un unico pagamento in una sola occasione per un’automobile.
Un percorso tri o quinquennale il cui costo complessivo dei vari anni solo di iscrizione, alla Sapienza, è ben superiore al prezzo di un’utilitaria.
Eh si solo d’iscrizione, a cui però vanno aggiunte tutte le spese legate ai libri sempre più cari per colpa di un mondo dell’editoria sempre più vorace e sempre più deciso a guadagnare su testi specifici e accademici. E bisogna considerare anche il costo della vita universitaria tra pasti, fotocopie, bollettini, tasse di laurea, mezzi di trasporto… Oppure banalmente il prezzo di una stanza in affitto per la moltitudine di studenti fuori sede nella giugla urbana romana dagli affitti selvaggi. Per concludere le tasse alle stelle nel caso di finire fuori corso, non riuscendo a fare solo sette o otto esami l’anno.
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#13D Renzi e Giannini non siete i benvenuti!
TOGLIAMO DI MEZZO IL MONDO DI SOPRA
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Mercoledì 17 dicembre il presidente del consiglio e il ministro all’istruzione hanno annunciato la loro partecipazione a un convegno in memoria di Don Milani nella facoltà di Sociologia de la Sapienza.
Nei magazzini della logistica, nelle scuole occupate, nei picchetti antisfratto durante l’autunno si è espressa un’opposizione popolare alle politiche del governo.
Le difficoltà di trovare un lavoro, di garantirsi un alloggio dignitoso, di proseguire il proprio percorso di studi si scontrano con l’arroganza di un governo interessato esclusivamente a garantire i profitti a banchieri, costruttori e speculatori vari.
Il Jobs Act, il Piano Casa, lo Sblocca Italia fino alle slide della Buona Scuola nascondono, dietro i nomi accattivanti, finanziamenti ingenti per grandi opere inutili, il peggioramento delle condizioni di lavoro, la vendita delle case popolari e un’istruzione sempre più privatizzata.