Spazi e Biblioteche: non raccogliamo le briciole del rettore!

603699_977452428937882_865577747728451191_nIl rettore gaudio ha annunciato l’apertura di due biblioteche h 24. Questo rappresenterebbe un “nuovo servizio studiato per andare incontro alle esigenze degli studenti, che hanno più volte provato ad anticiparlo con esperimenti di autogestione delle aule studio”.


Ma per gli studenti questa è una vittoria di Pirro.
L’esigenza in questione l’abbiamo sempre rivendicata: la mancanza di luoghi adibiti allo studio, all’aggregazione e alla socialità è un’evidenza nel nostro ateneo;
inoltre,la gestione degli spazi a la Sapienza, tra cantieri eterni, aule,stanzoni (e garage) adibiti all’abbandono, la denunciamo di continuo.

Questo provvedimento del magnifico, nonostante Gaudio stesso lo spacci sui giornali come la risposta diretta alle richieste degli studenti, sembra proprio essere un palliativo. Non solo per il numero irrisorio di posti destinati, a fronte degli innumerevoli studenti iscritti, ma inoltre non risolve assolutamente i problemi. Per quanto circa 150 persone potranno studiare fino all’alba (o accamparsi dopo una festa in città universitaria), il resto della popolazione universitaria potrà continuare a frequentare la propria facoltà con tutti i disagi ad essa legati. Infatti, nonostante la grossa somma spesa per i varchi all’ingresso delle sale, l’intensificazione del sistema di videosorveglianza e la produzione di 2000 tessere, nel bilancio dell’ateneo non è prevista ad esempio nessuna assunzione o aumento delle borse di collaborazione per intensificare invece l’orario diurno di apertura delle biblioteche in città universitaria.

Questo continua a non andare oltre le 19.30 per l’Alessandria, ma tocca punte delle 18.30, 18.00 e 17.00 per altri edifici. Non è poter studiare in centocinquanta di notte quello che chiedevamo, ma che la gestione degli spazi in quella che è definita l’università più grande d’ Europa (per metri quadri, ovviamente) prenda totalmente un’altra direzione, puntando sulla riqualificazione e destinando più luoghi allo studio (diurno, soprattutto), all’autogestione e all’aggregazione studentesca e meno alla speculazione di palazzinari e privati.

Gli “esperimenti di autogestione” inoltre riguardano non soltanto spazi adibiti prettamente allo studio, ma volti a creare dinamiche di socialità differenti in un ambiente di condivisione di saperi come dovrebbe essere un’università. Quest’aspetto viene totalmente omesso e,mentre si celebra il grande dono di Gaudio,non si accenna affatto agli sgomberi di quest’estate ai danni di spazi che sopperivano proprio a queste mancanze.

Un altro particolare di cui non si parla è il concetto di riappropriazione. Noi contestiamo una politica distruttiva e la combattiamo riprendendo quegli spazi abbandonati, mal gestiti e lasciati all’incuria e facendoli rinascere e attraversare da chi avrebbe dovuto viverli tutti i giorni. Quotidianamente costruiamo qual cosa di diverso nelle facoltà e in città universitaria.

Risulta quindi decisamente riduttivo questo provvedimento, che vuole essere una risposta a quanto abbiamo rivendicato in passato, quando ci siamo ripresi quei luoghi abbandonati di cui abbonda ancora la Sapienza e abbiamo dato loro vita nuova, con la lotta.

Il vero cambiamento si ottiene solo continuando a costruire dal basso ed immaginare insieme un ateneo con servizi e spazi adeguati alle necessità di chi l’università la vive veramente!

Passa al 3 Serrande occupato nel dipartimento di Farmacologia e Fisiologia (di fronte a Medicina Legale):

Tutti I giorni aula studio dalle 9.30 alle 21

Tutti I mercoledi’ assemblea dello spazio alle 14.30

SAPIENZA CLANDESTINA