Roma. Quella rabbia che apre spiragli di libertà

CEO7ly4WoAE8dPbGli ultimi giorni trascorsi ci regalano un bello spaccato di un’Italia che resiste e che si oppone con forza al governo di Renzi e alle sue riforme. Anche se qualcuno gridava con frenesia che dopo i fatti di Milano del primo maggio sarebbe stato molto difficile ricominciare le mobilitazioni, sembra che come al solito le piazze abbiano scalzato ogni tipo di velleità del ceto politico italiano. In effetti, una settimana così densa di mobilitazioni non si vedeva da parecchi mesi. Dopo i 30.000 di Milano che con determinazione hanno dimostrato la loro opposizione al modello Expo ed hanno rovinato la vetrina dell’autoesaltazione del capitalismo, abbiamo visto tanti e tante in piazza a Bologna per contestare il Presidente del Consiglio Renzi alla Festa dell’Unità.

Ieri, il quartiere del Bronx di Roma ci ha dimostrato che non è disposto ad accettare la violenza della polizia e con coraggio si è opposto ad uno sgombero. Oggi, invece, sette cortei si sono diramati nelle più grandi città del paese e una marea umana che è impossibile quantificare si è ritrovata per le strade per gridare che la riforma della Buona Scuola di Renzi non deve andare avanti. Ci sembra, così ad una prima occhiata, che di asfaltata ci sia solo la voce di chi allarmisticamente colpevolizza la rabbia sociale.

Oggi noi eravamo in piazza a Roma, un grosso spezzone di studenti, di autorganizzati, di antifascisti, di notav, di occupanti, che si è mosso a spintoni all’interno del corteo. Spintoni, nel vero senso della parola, poichè proprio come un déjà vu venuto male ci siamo trovati davanti cordoni di sindacati vari (CGIL, UDS, ecc.) che a più riprese hanno cercato di impedire la nostra avanzata. Forse non eravamo graditi a chi stringe una mano al grande Matteo e con l’altra cerca di frenare le proteste in opposizione alla devastazione sociale che viene quotidianamente praticata nei confronti del paese. Però ce ne siamo fregati. Ci siamo resi conto infatti, che a parte le bandiere portate a due in ogni mano da uno sparuto gruppo di sindacalisti, a parte le pettorine rosse che sono vestite oramai da poche decine di persone, in piazza non c’erano sindacalisti ma tante e tanti studenti che hanno trovato nella giornata di oggi un buon momento in cui esprimere la loro indignazione.

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